Ci fu una sera, in cui per puro caso, ci si ritrovò a discutere sul perché non intraprendere un viaggio insieme. Cosa sempre desiderata e mai realizzata prima d’ora. Dove? Ci fu suggerito l’Africa, non sto qui a spiegare il come ed il perché, ma la proposta ci sembrò in quel momento decisamente allettante e carica di significati. Seguirono giorni e settimane in cui si sorrideva, con altalenante convinzione, alla concretizzazione di questo sogno. Dapprima c’era da conoscere chi volevamo coinvolgere in questo progetto. E fu facile. Ci trovammo subito in tre. In secondo luogo modi, tempi e termini. Un po’ più complessa ed elaborata questa fase, ma scorse così velocemente che ci trovammo alle 3 di mattino del 28 dicembre, sognanti ed infreddoliti, diretti alla volta del porto di Salerno, dove ci saremmo imbarcati per
La città vista dal mare è cartolina e amore. Il mare visto dal mare non sembra più d’acqua ma carta piegata.
Una nave non è una nave, in special modo in questo genere di tratte ed in questo periodo dell’anno.
Un nave diventa speranza, sogno, leggerezza, prospettiva, innovazione, motore, gioia, velocità.
Attesa.
Ci incontri vite, non persone.
Ci scambi pensieri ed esistenza, realtà e sogno.
Al ponte numero 5, riparati sotto la copertura del bar all’aperto, lingue, odori, colori, pelle si fondono in un'unica direzione passando per percorsi diversi e distanti tra loro, uniti da un unico invisibile punto di contatto, l’umanità.
Vivi il giorno, poi la notte, poi ancora il giorno.
Incroci sguardi.
E quando meno te lo aspetti, il ponte numero 8 diventa la piazza dove la prospettiva di un mondo sconosciuto e conosciuto si presenta con naturale bellezza e semplicità.
Terra.
Tunisia.
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